Le possibilità della Spagna di vincere il mondiale

La furia roja dopo aver vinto il suo primo e unico mondiale nel 2010 in Sudafrica è diventata una delle nazionali più temute al mondo. Oltre al mondiale sudafricano la Spagna ha conquistato anche l’europeo antecedente (2008) e successivo (2012) alla coppa del mondo.

Il segreto del successo della Spagna è sicuramente lo stile di gioco: il tiki taka. Il termine è diventato ormai famosissimo e inflazionatissimo. Con questo termine si indica lo stile di gioco ideato da Johan Cruijff, poi perfezionato da Pep Guardiola nel Barcellona e infine imitato poi da Del Bosque in Sudafrica. Ma che cos’è esattamente questo tiki taka?

Si tratta di uno stile di gioco basato sul possesso del pallone e sul continuo scambio di posizioni dei giocatori una volta ricevuto il pallone. Bisogna principalmente giocare il pallone a un tocco o al massimo due per fare in modo che l’azione si velocizzi, le posizioni si scambino e gli avversari fatichino a mantenere le marcature. Una volta che l’avversario lascia sguarnita la zona di campo di sua competenza per andare a disturbare il portatore di palla ecco che un compagno è pronto ad attaccare quello spazio e smistare di nuovo il pallone velocemente verso un altro compagno libero. Il gioco è molto ripetitivo e quasi noioso, ma l’obiettivo è sfiancare fisicamente e psicologicamente l’avversario fino a coglierlo di sorpresa nel momento in cui è stanco e deconcentrato e solo allora accelerare, verticalizzare e concludere in rete.

Per applicare al meglio i principi di questa filosofia di gioco si necessitano giocatori molto tecnici, ma a volte non basta. Il calciatore a cui è richiesto di eseguire questo dictat tattico non solo deve essere tecnicamente bravo a gestire, ricevere, scaricare il pallone, scambiare la posizione, attaccare lo spazio ecc, deve anche instaurare una sinergia con i compagni di squadra che gli permetta di conoscere al meglio non solo i meccanismi tattici da applicare, ma anche le qualità, le caratteristiche e le tendenze dei propri compagni per poter svolgere al meglio il compito. Ad esempio, un giocatore deve sapere se il proprio compagno preferisce ricevere il pallone sul piede destro o su quello mancino, se nelle corde ha il dribbling oppure lo scarico immediato, se preferisce venire incontro o attaccare la profondità.

La Spagna è una mina vagante da tenere d’occhio che punta sulle qualità e sul talento dei propri giovani. Non a caso, portali come powbet la indicano tra le favorite per la vittoria finale. La Spagna ha a disposizione tanto talento, un buon sistema di gioco, orgoglio nazionale e un buon sistema strutturale alle spalle. Questi fattori potrebbero essere gli ingredienti della ricetta giusta per vincere la competizione. 

Vincere i mondiali in Qatar grazie al Tiki Taka

Alla guida della nazionale spagnola c’è uno dei più fedeli allievi di Guardiola: Luis Enrique. Il tecnico spagnolo prima ha avuto un’esperienza nella Roma, poi ha vinto tutto con il Barcellona e ora è alla guida della propria nazionale.
Il calcio come ogni cosa si evolve e Luis Enrique lo sa bene. Il tecnico asturiano, infatti, sono anni che cerca di adattare lo stile di gioco presente nel DNA spagnolo al calcio moderno. Il calcio di oggi è un calcio molto più fisico rispetto a dieci anni fa, dove componenti come la velocità e la fisicità nelle seconde palle possono seriamente mettere in difficoltà anche le squadre più potenti.

La Spagna è notoriamente sfavorita sul piano fisico, infatti molti giocatori spagnoli sono molto tecnici ma spesso bassi e gracili. In che modo Luis Enrique sopperisce a queste difficoltà? Con il pressing. Orientando l’aggressione al portatore di palla e posizionando delle marcature preventive sui giocatori più abili della squadra avversaria, in questo modo si annullano le fonti di gioco. Questo concetto prima non era molto presente nelle corde degli iberici, ma con l’arrivo del calcio tedesco orientato al Gegen-pressing è stato necessario adeguarsi.

Oltre alla gestione senza il pallone inevitabilmente si sono dovuti adeguare a quella con la palla tra i piedi. Infatti, se si recupera un pallone in una buona posizione offensiva sarebbe assurdo ricominciare dalla difesa per strutturare il tiki-taka, ma conviene verticalizzare immediatamente per cogliere alla sprovvista i difensori avversari.

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